Fuochi d'artificio è un film del 1997 diretto e interpretato da Leonardo Pieraccioni.
TramaOttone (Leonardo Pieraccioni) racconta la sua storia ad uno psicanalista (Luigi Petrucci) incontrato (quasi) per caso nella spiaggia di una località esotica, dove entrambi si trovano in vacanza: egli lavora in un negozio di animali in società con Lorenza (Claudia Gerini), di cui è pazzamente innamorato Germano (Massimo Ceccherini) storico e un po' schizzato amico di Ottone. Dopo aver scoperto il tradimento della sua partner, vive in un appartamento in compagnia di due fidanzati, Barbara (Barbara Enrichi) e Roberto detto "Er Patata" (Roberto Brunetti), quest'ultimo agli arresti domiciliari.
Nei giorni in cui, rientrando in casa, trova la coppia in focosi atteggiamenti sessuali, si rifugia al piano superiore dove passa ore piacevoli con l'amica Demi (Mandala Tayde) con cui si diverte a fare dei piccoli balli coi piedi, i cosiddetti passettini, al ritmo di un'allegra musica latinoamericana. A seguito di un incontro fra cani, organizzato per lavoro, conoscerà Luna (Vanessa Lorenzo) e se ne innamorerà pazzamente. Ma Luna è ricca, viziata e con un enigmatico segreto che non permetterà ai due di vivere al meglio la loro storia d'amore: la donna, infatti, è sposata con un cadetto quasi sempre assente per motivi di lavoro.
Durante la festa che sancisce la "fine" della carcerazione forzata del "Patata", si romperanno diversi equilibri. Ottone si ritroverà, nell'arco di 24 ore, ad avere tutte e quattro le donne protagoniste del film ai suoi piedi, pronte a partire con lui per un lungo viaggio. Lo psicanalista, ora interessato alla storia, passerà la giornata chiedendosi con quale ragazza Ottone sia partito; lo scoprirà la sera stessa: con Demi. Il suo sogno infatti era aprire un bar in quella località balneare, e Ottone l'ha supportata facendo il barista.
Frasi celebriLeonardo Pieraccioni
I passettini! Quando si facevano i passettini la vita diventava leggera e tutti i problemi passavano.
Leonardo Pieraccioni
La mia famiglia era talmente povera che vedevamo anche l'arcobaleno in bianco e nero.
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