Sbalzati nel vuoto, Mello e Matt

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L_Vendect
CAT_IMG Posted on 22/7/2009, 15:39     +1   -1




Era lì. La sua corsa era finita. E probabilmente anche la sua vita sarebbe terminata di lì a poco. Un pensiero insopportabile, vero?
Scese lentamente dall’auto. I fari lo abbagliavano. Alzò le mani sopra la testa e sorrise, speranzoso.
Le parole uscivano sarcastiche, ma controllate. Aveva paura, paura di non dare abbastanza tempo al suo compagno.
Tutti quegli uomini armati facevano paura.
La sua voce tremò impercettibilmente. Doveva sopravvivere, era utile alle indagini.
Poi, un lampo. Giallo, luminoso, e fu crivellato dai colpi. La sigaretta sfuggì dalle labbra del rosso.
Gli occhi chiusi contro una paura troppo grande da esprimere. Infine, lo fece. Conosceva il profumo che l’avvolgeva: il profumo di una tuta.
Una tuta da motociclista.
Come se aspettasse solo quella conclusione Matt allargò le braccia e impedì a Mello di cadere a terra.
- M-Mello?- disse atono.- Il tuo piano, ma…-
Il biondo socchiuse gli occhi e bisbigliò piano: - Non… ce l’ho…fatta-
Matt sentì la mano ricoprirsi di sangue.
- Mello… sei forse impazzito?!-
- No…tu sei… il mio… migliore…ami…-
Le palpebre di Mello si abbassarono, coprendone gli occhi azzurri, due spicchi di cielo.
Il rosso si mordicchiò le labbra, piangendo.
Tra i singhiozzi udì un ticchettio di tacchi sull’asfalto.
- Tu, rosso!- esclamò una voce di donna, probabilmente la più famosa al mondo.
Matt alzò lo sguardo. – Takada- disse infine a fior di labbra.
- Come portavoce di Kira, sono molto vicina a lui e posso impedire che vi uccida. In cambio, voglio che tu ti metta con me-
Matt riflettè in fretta: quella situazione non gli avrebbe giovato. Però…
- D’accordo- disse infine,-a patto che tu faccia curare Mello. Nient’altro- chinò la testa.
- Perfetto-
Takada si sistemò un ciuffo di capelli dietro l’orecchio, con l’espressione di una capace di ottenere sempre ciò che vuole. Ed era davvero così.
Schioccò le dita e si avvicinarono due energumeni, la pistola ancora puntata contro il rosso. Matt sentì la rabbia montargli dentro, e fu solo perché teneva ancora tra le braccia il corpo esanime di Mello che non lo fece.
- Ragazzi, non voglio che gli facciate del male. Lui è mio- sottolineò con cura il pronome.
- E del biondino che ne facciamo?- rispose uno dei gorilla. Fece un passo avanti puntando la pistola contro mello.
- Se lo fai, a Kira piacerà conoscerti- replicò con calma Takada.
A malincuore, il sorvegliante abbassò l’arma e attese ordini.
- In più, voglio che chiamiate un elicottero per questo…ragazzo- fece volontariamente una pausa di scherno.
- Ma, Takada…- cominciò l’altra guardia, conciliante.
- Volete proprio morire?!- commentò a bassa voce Matt. Entrambi chinarono la testa e si affrettarono ad eseguire gli ordini.
Takada si voltò verso di lui.
- Alzati, rossino, credi che cambierebbe qualcosa se lo lasciassi?- la sua voce era bassa, di scherno, ma ne traspariva anche compassione e pietà.
Mello era partito con lei in moto, per poi fare dietrofront e correre incontro all’amico, che stava per essere accerchiato dalle guardie. L’aveva fatta smontare, aveva lasciato la moto per terra ed era corso verso Matt. Il resto non aveva avuto il coraggio di guardarlo. In testa le rimbombavano le parole che Mello aveva mormorato a bassa voce prima di…uccidersi.
“ Non uccidere Matt; io voglio distruggere te e Kira, lui non centra nulla.”
Aveva mantenuto la promessa.
Matt si tolse il gilet di pelle e lo mise a mo’ di cuscino sotto la testa di Mello. Nei suoi occhi c’era una tenerezza che non aveva mai visto in un uomo, men che meno in Light.
Riprese la sua sigaretta ancora accesa e rimasta sull’asfalto, la rimise in bocca e tirò una boccata.
Le si avvicinò.
Takada gli porse la mano, sorridente. Matt la spinse via; dal suo sguardo, la donna capì che fosse stato per lui lei sarebbe stata già morta. Capiva che se ordinava di uccidere Mello, a costo della sua stessa vita, Matt l’avrebbe uccisa.
- Stai tranquillo, ragazzino, non voglio ucciderti.- ironizzò Takada.
- Allora non siamo sullo stesso piano-
Matt tornò a sedersi a gambe conserte accanto a Mello.
Il corpo del biondo era crivellato di colpi, almeno una decina solo sul petto; il sangue colava, denso e scuro, dai fori aperti dai proiettili.
- Matt- disse il biondo.
L’amico non rispose.
- Deficiente, ascoltami!- urlò allora Mello.
Matt lo ignorò, voltato dall’altra parte.
- Matt, ti prego…-
Lui si voltò un poco, quanto bastava per appurarsi che Mello aveva detto quello che aveva detto.
E vide la cosa più stupefacente di tutta la sua vita, e lui di cose stupefacenti ne aveva viste.
Allungò una mano e pulì il viso di Mello dalle lacrime.
Mello tese una mano verso d lui:- Non voglio morire..così-
Matt era confuso: da un lato era infuriato con Mello, dall’altro voleva dirgli che l’avrebbe aiutato.
Alla fine nascose il volto tra le mani:- Non morirai- bofonchiò.
Voleva solo nascondersi, mettere la testa sotto le coperte e dormire insieme alla sua famiglia. Con un sussulto si rese conto che la sua famiglia era già morta una volta; la famiglia che gli restava era solo Mello.
Si vergognò per ciò che stava facendo.
Respirò a fondo un paio di volte, poi si voltò del tutto verso Mello; allungò una mano verso di lui e lo strinse per un spalla.
- Ti prometto che non morirai!- sibilò a denti stretti. Takada prese per un braccio Matt e lo tirò su (che forza la ragazza!), abbracciandolo come il suo ragazzo.
Dall’espressione di Mello, Matt capì che quell’atto di generosità altro non era che una raffinata vendetta.
Tenerlo lontano dall’unica persona a cui volesse bene, la solita storia del sacrifico per gli altri che aveva sempre odiato. Solo ora capiva quanto facesse male.
 
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CAT_IMG Posted on 22/7/2009, 16:20     +1   -1
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Bello Sonia, molto bello.


Ma mi piace più l'altro, non so perché... :)

Bravissima comunque. ;)
 
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L_Vendect
CAT_IMG Posted on 23/7/2009, 10:38     +1   -1




Grazie Zio
 
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CAT_IMG Posted on 23/7/2009, 13:15     +1   -1
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Prego Sonia. Continua a scrivere, mi raccomando!!! :D :D
 
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L_Vendect
CAT_IMG Posted on 26/7/2009, 08:14     +1   -1




Una folata spense la sigaretta del ragazzo. A pochi metri da loro atterrò un elicottero.
Matt lanciò un’occhiata prima a Takada, che annuì, quindi corse accanto a Mello. I due parainfermieri scrutarono preoccupati la cicatrice che ne deturpava il volto, ma lo misero comunque su una barella. Matt raccolse il suo gilet e lo indossò, stropicciato com’era e macchiato di sangue.
- Sale anche lei, signore?- urlò uno dei parainfermieri.
- Certo- e si arrampicò sul mezzo.
Mello era cosciente a sprazzi, a volte si guardava intorno, altre volte i suoi occhi erano vacui come quelli di un cieco.
“ O di un morto” pensò con un groppo in gola Matt. Non gli piaceva piangere di fronte a Mello.
- Matt- disse dopo un’eternità il biondo con voce fievole.- …volevo…chiederti …una cosa: se io dovessi- deglutì- …morire, ucciderai…Kira?-
Matt sbarrò gli occhi e scosse la testa, involontariamente.
Mello singhiozzò.
- Torna in te Mello! Come ti sei ridotto? Hai visto quanto sei stupido? L’unico a cui gioverà sarà proprio Kira, Near e…Takada.-
- Perché Takada?-
- Ho promesso di mettermi con lei perché, come portavoce di Kira, mi può aiutare.-
Il biondo si girò dall’altra parte.
- Sei uno stupido!- esclamò Matt.
Con un balzo saltò giù dall’elicottero ancora in partenza.
Takada lo scrutò incuriosita, ma Matt la prese per un braccio e la trascinò via.
Si sentiva spezzato, come se scendendo dall’elicottero si fosse rotto qualcosa, invece camminava ancora ed era vivo, almeno nel corpo. Lo spirito, non sapeva più se c’era.

- Fa’ ciò che vuoi- disse piano Matt, spaparanzato sul divano di Takada mentre giocava con la sua PSP.
Lei sbuffò:- Ok, se proprio insisti: da oggi, dopo quest’ultima visita, non potrai più vedere Mello-
Nel silenzio che seguì, la PSP cadde a terra.
Matt la raccolse con mani tremanti e annuì, senza incrociare lo sguardo della donna.
- Insomma, reagisci!- urlò Takada, e lo scosse per le spalle fino a fargli sbattere i denti. Infine gli mollò uno schiaffo.
Infuriata per l’indifferenza del ragazzo andò a sedersi su una poltrona vicina al divano.
- Potrei sempre cambiare idea sulla mia magnanimità- insinuò.
Matt alzò le spalle. Sapevano tutti e due che non l’avrebbe fatto.
-Insomma, guardami!-
Matt la guardò in faccia: i suoi occhi erano spalancati, vuoti.
- Posso dirglielo di persona?- chiese senza intonazione. Takada sospirò teatralmente e annuì.
Il ragazzo lasciò cadere, di nuovo, la PSP e infilò il casco. In due secondi era già sparito.
Matt zigzagò tra le auto in coda, sgusciando nel traffico. Infine frenò davanti all’ospedale di Tokio.
Scese dalla moto ed entrò monello stabile. Il pensiero che tra quelle mura aveva trovato la morte L e che nello stesso ospedale era ricoverato un Mello in fin di vita lo opprimeva. Bussò alla porta della stanza ed entrò.
- Ciao, Mello- disse a mezza voce, lo sguardo concentrato sulle proprie mani.
- Che vuoi?-
- Niente, sono solo venuto a trovarti-
Mello non si degnò di rispondere.
- Almeno potresti rispondermi, visto che- fece un respiro- da ora in poi non potrò più vederti!-
Finalmente incrociò lo sguardo di Mello; non aveva mai visto uno sguardo così triste, anche se lui cercava di dissimularlo.
Il biondo si passò una mano sulla fasciatura che gli copriva buona parte del corpo; il braccio sinistro era inutilizzabile.
- Ok- disse infine.
- Ah…-
- Matt!- lo chiamò.
Il rosso si girò speranzoso.
- Non hai del cioccolato?-
Sospirò e gli lanciò una barretta.
Il groppo che Matt aveva in gola salì più volte fin quasi alle labbra, mentre correva sulla moto, cavalcandola come il vento. La lasciò nel cortile di Takada e salì le scale lentamente, come se ogni passo fosse una fatica, e un dolore, immenso. Si trascinò come un vecchio fino alla sua camera, gettandosi a peso morto sul letto e affondò la faccia tra i cuscini. La padrona di casa gli si avvicinò e, dopo avergli scompigliato i capelli con un gesto imbarazzato, se ne andò chiudendo la porta. Quando sentì il click della serratura il rosso si girò, guardando il soffitto. Dopo un’eternità bussarono timidamente alla porta.
- Avanti- sussurrò Matt. Poi, visto che la voce era troppo bassa, si alzò per andare ad aprire. Halle era davanti a lui con in mano un vassoio: sopra c’erano un pacchetto di sigarette, un accendino, la sua PSP e un pacchetto di snack.
- Takada pensava che questi potrebbero esserti utili-
Matt li guardò impassibile. La donna entrò in camera e appoggiò il vassoio sul letto. Si mise le mani sui fianchi e lo fronteggiò
- Ho sentito cos’è successo- esordì- e ho già fatto visita a Mello. È furibondo-
- Non ho deciso io- replicò Matt.
- Signore, mi sembra di sentire Near!- gridò Halle alzando le braccia la cielo. Intanto, alla parola “Near”, a Matt venne un’idea.
- Senti Halle, puoi dire a Takada che ho intenzione di passare chiuso in camera un paio di settimane, perché devo finire un torneo- e alzò la consolle.
- Vuoi anche da bere?- gli chiese ironica Halle. Serissimo, Matt negò.
- Ho quella del rubinetto-
La donna sospirò, ma annuì.
- Va bene, chiuderò a chiave. Mandami dei biglietti sotto la porta nel caso in cui dovessi dirmi qualcuno- dopodichè Matt s’infilò gli occhialini e cominciò a giocare.
Halle uscì, gettando la camera di nuovo nella penombra. Subito il ragazzo gettò via la consolle, e prese il vassoio: si accese una sigaretta e avvicinò agli occhi un biglietto trovato lì.
“ Matt, sei stato un vigliacco e un ingrato. Mello”
La testa del rosso ciondolò in avanti come se gli avessero spezzato il collo. Cancellò il suo piano di fuga e si ridiscese sul letto, guardando le ombre che affollavano la camera.
Voltò pesantemente la testa e fissò il biglietto ancora stretto nel pugno, e si domandò, con ironia, se sarebbe morto prima lui di Mello.
Matt vide il sole salire e scendere per quasi due settimane prima che un biglietto gli venisse recapitato da sotto la porta.
Scese dal letto, barcollando per la debolezza.
“ Mello è fuggito dall’ospedale. Pensavo ti interessasse. Halle”
A fatica Matt lo girò e scribacchiò in fretta un “Grazie” sul retro.
Se a Mello non interessava più nulla di lui, che senso aveva vivere ancora? All’improvviso sentì una corrente fredda sul collo, e si voltò. Immerso nella penombra, con una mano sulla cicatrice, c’era Mello. Il rosso arrancò verso di lui, ma sbattè contro il muro. Non c’era nessuno.
Sentiva ancora un’eco di passi in giro per la stanza.
“ Grazie Dio, per queste allucinazioni”
Un sorriso triste increspò le labbra pallide di Matt. Si alzò e guardò fuori dalla finestra. Bene, nessuno in vista. Il rosso si arrampicò fuori, e si allontanò come niente fosse.
Ogni tanto vedeva un albero sdoppiarsi, e i passanti scrutarlo come fosse stato ubriaco. Era ubriaco? Non ne era certo.
Malato?
Quello probabilmente sì, visto che ad ogni passo gli pareva di sentire Mello dietro di sé. Tenendo una mano contro il muro continuò a camminare sotto il sole strizzando gli occhi.
Era diretto alla baracca, un brutto casermone che aveva fatto loro da rifugio. Rise da solo immaginando di morire davanti a Mello come ringraziamento. Un passante si voltò preoccupato.
Finalmente spinse la porta, ancora aperta.
 
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CAT_IMG Posted on 26/7/2009, 11:02     +1   -1
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Mitico, la continuazione!! :*_*:



CITAZIONE
...spaparanzato sul divano...

Espressione davvero forte, bravissima Sonia!!!!! ^_^ :D
 
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L_Vendect
CAT_IMG Posted on 26/7/2009, 19:40     +1   -1




La luce entrava dai finestroni, illuminando la stanza grigiastra e vuota.
Il rosso fece qualche passo, un filo di fumo che partiva dalla sigaretta all’angolo della bocca.
Non aveva motivo di essere lì, dopo essere sfuggito ad una morte già scritta; poi, era intervenuto lui, era stato il suo scudo, la sua protezione.
Stava per cadere a terra, schiacciato dal peso del suo stesso sangue.
Potevano anche avergli mentito, e da quella donna se lo sarebbe aspettato, invece era libero, e vivo, ma mai si era sentito così oppresso e moribondo.
Matt cadde in ginocchio in mezzo alla stanza, aggrappato al letto.
Sotto i guanti la sua pelle era tesa dolorosamente. Alla porta, un fruscio. Il rosso sorrise all’inevitabile e si rialzò. Era pronto a tutto ciò che avrebbe visto.
Allungò una mano verso la figura che si stagliava sulla porta: l’allucinazione più nitida che avesse mai avuto; con la punta delle dita sfiorò la guancia un tempo deturpata da quell’orrenda cicatrice ed ora meravigliosamente liscia. La sua mano scese fin sulla sua spalla. Matt assaporò il contatto con la pelle liscia sotto il cappotto nero: era tornato, intero e pronto a perdonare come non era mai stato.
Cercò con lo sguardo gli occhi azzurri che non si sarebbe mai stancato di guardare, talmente innocenti da essere quasi crudeli, affilati e luminosi. Poi Matt posò entrambe le mani sulle spalle dell’amico e si sostenne, piangendo e maledicendo quella donna che l’aveva portato fin lì. Un paio di braccia si strinsero su di lui, chiudendolo in un abbraccio.
Non cercò di scusarsi, come aveva fatto altre volte, sapeva che lui non gli avrebbe mai risposto. Si sorprese quando pensò di nuovo all’attaccamento che provava per quel ragazzo, una sorta di amore fraterno che non aveva mai provato.
Matt era dolorosamente convinto che non amava Mello, ma che era semplicemente suo. Quel pensiero lo aiutava a trascinarsi giorno dopo giorno in una gabbia d’oro, circondato da fanatici pronti ad idolatrare un mostro.
Una brezza leggera, proveniente da un vetro rotto, lo fece dissolvere. Il rosso rimase immobile, le mani tese ad afferrare qualcosa che non c’era,e non ci sarebbe stato più.
Ormai era consapevole che la confortante illusione di essere totalmente pazzo l’aveva abbandonato, quando ne aveva avuto più bisogno. Matt gettò a terra il mozzicone di sigaretta e lo pestò con la suola pesante dei suoi scarponi.
Era riuscito a credere che Mello non potesse più vederlo, l’aveva davvero creduto morto, bello come un angelo, depurato da tutte le ferite che l’avevano corroso, pronto ad essere il suo angelo custode.
In verità sapeva che l’unico motivo che l’aveva portato ad essere lì, sull’orlo della pazzia, era una sua colpa, un inutile atto di bontà. Il rosso crollò su uno dei letti impolverati, gemendo come se l’avessero ferito a morte. Guardava in fondo alla camera, sul letto dove prendeva forma una figura esile, gracile. Sorrise di quel cervello che, forse bruciato dal troppo fumo e dai troppi videogames, ora gli faceva quei brutti scherzi: tra tutti i fantasmi che poteva evocare aveva scelto, nella sua infinita forza, l’unico che davvero era tale. Lo sentiva come una mano quando parlavano lui e l’albino riflettevano senza personalità sulla morte senza volto, la cui mano si stendeva su tutto il Male e su tutto il Bene. Matt lasciò cadere una lacrima, che catturò la luce, lungo il suo viso, fino a macchiare il lenzuolo.
Il suo peregrinare senza cibo né acqua, senza altra compagnia se non quella delle sue amate sigarette, l’aveva trascinato sul fondo, regalandogli almeno il buio prima del baratro.
Le sue palpebre si abbassarono.
Dal mondo di fuori sentì arrivare un profumo dolce. Cioccolata. Sorrise ad occhi chiusi, ringraziando il cielo per quell’ultima allucinazione.
La sentì sgusciare tra le labbra, troppo buona per essere vera.
- Oggi niente sigarette- mormorò una voce, ed era chiara, potente.
Il rosso aprì gli occhi. Davanti a lui, nella luce pomeridiana si stagliò la figura tristemente inconfondibile, di Mello.
- Mangia un po’ di cioccolata- disse Mello, scuotendo la testa. Matt lo guardò, stupito del fatto che Mello, e sottolineo Mello, stesse offrendo proprio a lui, l’amico con il quale aveva appena litigato, la sua preziosa cioccolata. Si accorse anche che il braccio sinistro del biondo pendeva rigido. Il ragazzo seguì il suo sguardo e sorrise schivo; con nonchalance nascose il braccio ferito e gli porse di nuovo la barretta mangiucchiata.
Il rosso si risollevò e si mise seduto.
Confuso prese un pezzetto di cioccolato e lo lasciò sciogliere in bocca, felice.
La camera ondeggiava meno di quando era arrivato, ma era ancora debole.
- Sei e rimarrai uno scemo- commentò secco Mello.
- E tu? Come se fosse una mossa intelligente farti massacrare di spari- ribattè con un filo di voce il rosso.
- Takada ti ucciderà. Forse dovresti tornare indietro-
- Ucciderà anche te, se è per questo, e preferisco morire qui piuttosto che morire per strada o davanti a Takada.-
Il biondo scosse la testa.
In quel momento Matt recepì un altro dettaglio che gettò il suo cuore fin nello stomaco.
- Ma… hai le stampelle?- balbettò terrorizzato.
Mello finse un’alzata di spalle noncurante, ma il rosso vide come gli tremavano.
- Oddio, è tutta colpa mia- gemette.
- Ho bisogno d’aiuto, da solo in queste condizioni non riesco a fare un corno-
- Dimmi-
- Torna da Takada- Mello alzò una mano e fermò Matt che stava per parlare- e fingi di essertene andato a fare un giro. Tutto dopo verrà da sé- e morse con evidente soddisfazione la barretta.

- Rosso, ma dov’eri finito?- gridò Takada rossa in viso. Matt si concentrò su Halle, cercando di farle capire che aveva visto Mello, che sapeva che stava bene.
- A fare un giro… Taki. Posso parlarti da solo?-
- Ma certo.-
Rimasero soli in sala e si sedettero, guardandosi negli occhi.
- perché appoggi Kira?- le domandò d’un tratto Matt.
Takada guardò fuori dalla finestra.
- Il mondo fa schifo, e Kira si è offerto spontaneamente di ripulirlo. Dovrei dimostrarmi ingrata? È un dio-
- E’ diabolico!- gridò Matt. Per lui era facile odiare una persona che Mello odiava.
- Tu scherzi?-
- No-
Come aveva detto Mello, il piano si formò subito nella sua mente. Ed era ripugnante.
- Takada- disse con voce languida. Lei si voltò allarmata. Il rosso la fece alzare e la baciò sulle labbra. La donna assaporò il sapore di nicotina che avevano quelle labbra e rispose con entusiasmo al bacio. Allontanò le mani di Matt e gli tolse lentamente il gilet; lui la lasciò fare. Era il turno di Matt. Con un gesto solo le tolse la giacchetta beige e la lasciò cadere a terra. Stranamente infastidita dalla lentezza del ragazzo, che di solito faceva sbavare tutte le ragazze, Takada fece cadere anche la gonna e la spinse via con un calcio. Mezza nuda si strusciò contro di lui, e cercò di strappargli la maglia a righe.
- Mi piace questa maglia- gli sussurrò.
Lasciò cadere anche la maglia rossa, e la gettò via. Dopo un secondo di indecisione, Matt si tolse gli scarponcini e la sospinse sul letto. Mentre stava per togliersi gli indumenti intimi, il rosso le bloccò le mani e le allontanò.
Takada fu sorpresa dalla morbidezza delle sue mani bianche.
Il rosso chiuse gli occhi, dimenticandosi di tutti e di tutto, e soprattutto di Takada che, abbandonata la copertura di donna seria e intelligente, era pronta a farsi prendere da lui.
Sospirò e riaprì gli occhi, senza guardare nulla in particolare.
 
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CAT_IMG Posted on 26/7/2009, 21:26     +1   -1
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Molto affascinante.

L'inizio solo descrizione, poi dialoghi e infine il botto!!


Ottimo Sonia!! ^_^
 
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L_Vendect
CAT_IMG Posted on 27/7/2009, 14:00     +1   -1




Grazie!
 
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CAT_IMG Posted on 27/7/2009, 14:17     +1   -1
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Prego!! Altre uscite??
 
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L_Vendect
CAT_IMG Posted on 31/8/2009, 10:29     +1   -1




Matt guardò la sveglia. Erano le 3 di notte. Si districò da Takada, ancora abbracciata, nuda, a lui, e si appoggiò al davanzale. Prese una sigaretta, la portò alle labbra e l’accese. Tirò una boccata e osservò il fumo alzarsi e volare verso la luna piena. Alle sue spalle, un fruscio.
- Matt- chiamò a bassa voce Takada. La ignorò.
La sentì alzarsi e avvicinarsi, ma non la degnò di uno sguardo.
- Volevo chiederti una cosa…quel ragazzo, Mello. Cosa provi per lui?-
Il rosso si voltò sbalordito.- Pensi che io sia gay?- disse in un soffio.
Takada divenne cremisi.
Matt tornò a guardare fuori.
- Conosci la storia della guerra di Troia?-
Sorrise sarcastico di fronte all’espressione sorpresa di Takada.
- Credi che io pensi solo ai videogames? Comunque, sono sicura che hai presente Achille e il suo amico Patroclo? Non stanno insieme, scopano altre donne, ma sono inseparabili, sono indivisibili.
Mello è…è, non so neanche come spiegarlo,- agitò le braccia in aria- è tutto per me.-
- E tu, cosa sei per lui?-
- Non lo so, non m’importa.-
- Ti brillano gli occhi. Cos’a Mello di tanto speciale?-
- Tu non puoi capire. Mello è un dio, il dio del fuoco. tu non puoi capire, visto che appoggi Kira.-
- Kira cosa c’entra, scusa?-
- Forse non saresti così male, se non fossi troppo orgogliosa, petulante e soprattutto…malvagia.-
- Stronzo.-
- Oh, una donna dell’alta società che parla così, non si fa Takada.-
- Taci-
Si allontanò, arrabbiata e dopo qualche minuto uscì dalla camera. Matt colpì con il pugno il davanzale, frustrato. Odiava Takada, odiava Kira, odiava quello schifo di mondo. Odiava sé stesso.

Il mondo continuava a girare, sotto la coltre di paura che Kira aveva creato in ogni angolo della Terra.
Takada avvertiva una strana sensazione, una specie di preveggenza, quando vedeva Halle e Matt confabulare e passarsi bigliettini come due bambini. Ma poi il rosso tornava da lei, sorridendo come un gatto, e dimenticava tutto, Mello il dio del fuoco, Kira, il dio della morte.
Aveva finito per fidarsi di quel ragazzino strano.
Matt era tutto quello che Light non era: era un ragazzo normale, lavorava quando gli pareva, era CAPACE di stravaccarsi, si vestiva in modo strano…e odiava Kira.
Di colpo, si svegliò sudata e spaventata. Aveva fatto un sogno orrendo, talmente vivido da essere quasi reale. Ripensò alla sensazione delle fiamme che si arrampicavano sulla sua pelle, stretta tra le braccia di Matt.
Le sfuggì un singhiozzo soffocato, quando si girò verso di lui. Non c’era. Subito venne invasa dall’ira, e tirò fuori un foglio.
Mise la matita a qualche millimetro dal foglio, come aveva fatto tante volte in quell’ultimo mese.
Una parola, solo una parola separava Mello dalla morte.
Infine, con un sospiro, la rimise via.
SPOILER (click to view)
Ciao, sono tornata con la fic...


 
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CAT_IMG Posted on 31/8/2009, 12:04     +1   -1
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Si vede che è mano tua!!!! :zxc:



Poi la parola "cremisi" mi è molto piaciuta!!!!! ^_^ ^_^


Continua così Sonia!!!! :D
 
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L_Vendect
CAT_IMG Posted on 31/8/2009, 12:48     +1   -1




CITAZIONE (ZioNick @ 31/8/2009, 13:04)
Si vede che è mano tua!!!! :zxc:



Poi la parola "cremisi" mi è molto piaciuta!!!!! ^_^ ^_^


Continua così Sonia!!!! :D

In che senso 2 si vede che è mano tua"? ^^
 
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CAT_IMG Posted on 31/8/2009, 13:00     +1   -1
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Cioè, è bello come gli altri, è scritto nello stesso modo!!!
 
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CAT_IMG Posted on 31/8/2009, 13:39     +1   -1




Ma dai... *sarcastica*
Matt *ç*
 
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