A revenge for them, in onore del mio amato DN

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L_Vendect
CAT_IMG Posted on 10/7/2009, 13:53     +1   -1




Appoggiai l’orecchio alla porta con l’intento di origliare la conversazione. Roger parlò a voce troppo bassa per sentirlo, al contrario di Mello.
Di primo impatto le parole mi risultavano incomprensibili, poi capii. Onde di gelo mi attraversarono. L era morto.
All’interno della stanza Mello continuava a strepitare. Corsi in camera, scansando gli altri bambini: guardai solo Matt, il miglior amico di Mello, mentre giocava con i videogiochi davanti alla finestra. Chiusi a chiave la porta. Era ancora troppo presto per nascondersi tra le coperte, per cui rimasi immobile a guardarmi nello specchio appeso alla parete. Ero pallida come un lenzuolo e i miei occhi erano lucidi come se avessi pianto. Mancava poco, comunque.
La porta si agitò; o, per meglio dire, venne scossa.
“ Cazzo Julie, fammi entrare!” urlò la voce di Mello. Rassegnata, aprii. Lui si fiondò nella stanza senza degnarmi di uno sguardo. Afferrò qualche cosa e la infilò in una borsa. Dopo qualche secondo entrò anche Matt. Gli posai una mano sulla spalla.
“ Stai attento. E soprattutto, tieni d’occhio Mello!”
Poco dopo la stanza tornò vuota. Mi sedetti, o meglio mi accasciai di nuovo sul letto, ripensando a tanti anni prima…
Mi trascinavo dietro una bambola, e tenevo un pollice in bocca. Come prima arrivata alla Wammy House non si poteva dire che fossi così popolare. Saltellai allegramente verso una porta nera, socchiusa. Nella stanza c’erano un computer e uno strano ragazzo che ci picchiettava sopra. Mi sedetti davanti a lui, imitando la sua buffa posa. Infine lui si accorse che esistevo. Era anche ora.
“ Le spine a cosa servono?”
Lui rispose a casaccio.
“ Le spine non servono a niente, è pura cattiveria da parte dei fiori.”
Ma dopo un silenzio gli gettai in viso, con rancore:”Non ti credo! I fiori sono deboli. Sono ingenui. Si rassicurano come possono. Si credono terribili con le loro spine…”*
Il ragazzo restò interdetto. Ci credo, anch’io avrei avuto la stessa espressione se uno sconosciuto fosse entrato di soppiatto in camera mia.
“ Come ti chiami,bambina?”
“ Julie”
“Io mi chiamo L” e mi tese una caramella.
Altri passi, lenti, tranquilli. Apatici. Near. Il bambino entrò nella stanza con un puzzle. Ma ‘sti qui devono sempre portarsi dietro qualcosa?
Deglutii.
“ Near… tu indagherai su Kira?” gli chiesi, tentando di mantenere un tono di voce normale.
“ Sì” Mi guardò.
“ Beh…anch’io”
E quel giorno dalla Wammy House se ne andarono 4 persone.

Tokio, quartier generale del secondo L

Due mesi. Sono passati due schifosi mesi da quando L è morto.
Il sapore di quella vecchia caramella si confuse con uno amaro.
I tacchi ticchettavano sul marciapiede. Alzai la testa. Ecco dove si nascondeva chi cercava di spacciarsi per L. in quel momento avrei voluto staccargli la testa. A morsi.
Dalla base uscì un uomo.
Lo guardai con aria di sufficienza. Sembrava così stupido!
“ Ehi, tu!” gridai sbracciandomi.
Ottimo inizio Julie, complimenti…
Lui fece una faccia come se fossi sul punto di stuprarlo.
Corsi verso di lui.
“ Sei Matsuda, vero?”
“ E tu come lo sai?”
Elusi la sua domanda.
“ Portami da Light Yagami. Ora”
Salimmo con l’ascensore, in un silenzio di tomba che mi faceva quasi credere di sentire i battiti del mio cuore contro la cassa toracica.
E non perché avessi paura, o fossi intimorita da Light. Sapevo che il mio nome probabilmente sarebbe stato scritto sul Death Note, ma non avevo paura.
Ero arrabbiata. Furibonda. Ero evidentemente folle.
E forse assomigliavo a lui più di quanto volessi. Ma chi, in questo mondo non è folle? L? Near? O Mello?
Siamo tutti uguali, ugualmente dotati di una buona dose di follia. Solo che non ci disintegriamo, non distruggiamo quello che eravamo prima, noi non cerchiamo di essere un Dio boia!
Dlin dlon.
Le porte scorrevoli si aprirono per lasciarci passare.
Eccolo.
Già la mia mano era corsa a prendere la pistola, pregustavo l’immagine di lui che crollava dalla sedia in un lago di sangue.
Non toccarlo.
Con la coda dell’occhio scorsi un movimento tremolante nell’ombra. Il sangue mi si gelò nelle vene.
“ Light, c’è una persona che vuole parlarti!”
Il ragazzo si voltò con un’espressione infinitamente annoiata.
“ Io sono Julie”
Un lampo attraversò il cielo davanti alla finestra. Ottimo effetto.
In quel frangente vidi davvero una scintilla rossa, infuocata nello sguardo di Light. Maledetto assassino. Poteva anche essere stata la Shinigami ad uccidere L, ma lui ne era l’artefice.
“ E cosa vuoi, julie?”
Sulle sue labbra il mio nome si riduceva ad uno sberleffo.
“ Vendicare L”
“ Lo conoscevi?”
“ In un certo senso” Dirgli la verità? “Siamo stati… amici…da piccoli”
Light apparve stupito. Light, tu sei il mio primo, vero amico.
“ Amici?”
Volevo sfidarlo.
“ Sì.”
E anche altro.
“ Allora…puoi collaborare?”

§

“ Pensi che Kira possa avere la possibilità di contattare il suo sostituto attraverso Takada?”
Dissi allegramente a Light, che quasi si strozzò con il suo caffè. Io invece addentai con piacere un gelato al cioccolato. Da settimane avvertivo il suo imbarazzo, da quando si era accorta che ero come L, o quasi. La mania per i dolci, in particolare per i gelati (sì esatto, gelati anche a Gennaio) e il mio modo stesso di parlare, tutto creato per metterlo in difficoltà.
Il mio intento era farlo impazzire.
“ Sì, è ov…possibile.”
“ Light, perché vuoi catturare Kira?”
“ Perché è un criminale, uno che merita una pena”
“…”
“ Beh, allora?”
“ Non è piuttosto…un Dio?”
Sussultò, nascondendo in un colpo di tosse la risata che minacciava di esplodere da un momento all’altro.
“ Come puoi dire questo, sapendo quello che ha fatto a L?”
“ Se lo Shinigami dice che ogni uomo ha una durata vitale, suppongo che la morte l’avrebbe colto in ogni caso nello stesso momento. No?”
Attenta.
La stessa voce mi consigliava quando parlavo con Light. Mi era familiare, ma mi riportava alla mente solo movimenti confusi in una stanza scura e una sensazione di dolcezza e leggerezza.
“ non ti capisco. Vuoi vendicare L, ma non ti importa di Kira”
“ A me non importa di quante persone verranno uccise da Kira, mi basta ucciderlo prima che lo faccia qualcun altro.”
“ …”
“ Allora?”
“ Ti auguro di riuscirci”

§

Capelli biondi a baschetto e occhi azzurri infuriati: mello mi osservava, dopo essersi arrampicato sul divano.
“ Mi dispiace per la cicatrice” dissi indicandola.
Ci passò una mano guantata sopra, teso.
“ A me dispiace di averti ignorato fino ad adesso. Dopotutto non mi hai mai messo nei pasticci. Al contrario di Near” Fece una smorfia e io sorrisi. Era così carino vederlo per un istante meno maturo, adulto, e soprattutto rilassato.
Il suo cellulare squillò.
“ Rispondi, tanto io me ne vado”
Mi alzai, ma se avessi saputo, sarei rimasta.
La chiesa era stata data alle fiamme. E in fondo, dentro al mio cuore, dove non riuscivo a crederci davvero, sentivo che era morto. Mello.
Gemetti piano coprendomi la bocca con la mano, frenando le lacrime che ogni istante rischiavano di rompere gli argini. Il mio telefonino vibrò dolcemente nella mia tasca, come se non avesse voluto disturbarmi.
“ Pronto?”
“ Ho saputo. Salutalo anche da parte mia” Click.
Quando si trattava di Kira, aveva sempre un mucchio di cose da dire. Inutili, superflue.
In realtà tutti noi della Wammy House volevamo giocare, noi sapevamo. Light era Kira, questo sapevamo. Ma il gioco era talmente appassionante che ci siamo dimenticati di dire “ Stop, abbiamo vinto!”
Near non era così. Near, con quelle poche parole ha detto tutto e niente.
L. Matt. Mello.
Il 28 si giocava. E noi vincevamo.

§

Aspettavo Light. Stava morendo, ma prima doveva parlare con me.
Finalmente ecco quella carcassa ambulante che arrancava. Chiedi pietà, quando tu non ne hai avuta nessuna?
“Ju…lie”
Crollò a terra, moribondo. Mi inginocchiai accano a lui. Le mie parole formarono un fiume che lo travolse.
“ Tu sei Kira. Tu hai ucciso L. Mello e Matt. Ti ho mentito. Quando ho detto che siamo stati amici, era una bugia. Ci siamo amati. Per poco, ancora piccoli, siamo stati insieme. Niente sesso, solo dolcezza e leggerezza, quando giocavamo a fare la guerra. Gli ho detto che non avrebbe perso, infatti quando noi giochiamo, vinciamo. Tu credi di essere il Dio, Light. Ma stai morendo. E saresti morto in ogni caso. Sei stupido. E la cosa meravigliosa sarà che ti finirò io. L è stato con me ogni istante, per rivederti e, chissà?, gioire di ogni colpo che perdevi. Chi lo sa.” Gli puntai addosso la pistola “Ryuk, non scrivere!” Lo guardai “Consideralo un gesto da amica”
BANG.
 
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CAT_IMG Posted on 10/7/2009, 15:05     +1   -1
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Fantastico Sonia!!!! Se l'hai scritto tu ti faccio i miei migliori complimenti!! Le mini-storie sono molto ben fatte e descritte veramente bene!! Continua così!!! :zxc:

Edited by ZioNick - 10/7/2009, 16:27
 
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L_Vendect
CAT_IMG Posted on 10/7/2009, 15:26     +1   -1




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CAT_IMG Posted on 10/7/2009, 15:27     +1   -1
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Davvero!!!! ^_^
 
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L_Vendect
CAT_IMG Posted on 10/7/2009, 15:32     +1   -1




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CAT_IMG Posted on 10/7/2009, 16:39     +1   -1
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Prego!!! ^_^ Ne voglio altre così però!!!! :D
 
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