| Good Enough
Ancora non ci credo. Ho difficoltà perfino a respirare. Il fumo riempie la stanza, il fuoco si agita selvaggio.
Amavo il mio paese. Amavo i boschi selvaggi pieni di creature fantastiche. Nessuno mi credeva, a fatica evitavo il manicomio o il rogo. Fingevo di scherzare, mentre invece ero serissima e affranta. L’unica mia confidente era Tanya, la mia migliore amica, una ragazza bionda. Passavamo insieme i pomeriggi invariabilmente grigi tra gli alberi del bosco. Io avevo capelli corvini e occhi verde mare, lei era la tipica ragazza nordica, con i suoi occhioni blu. Spesso ci sedevamo sul manto nevoso guardando verso il mare grigio e azzurro. Tanya mi cingeva le spalle, nell’inutile tentativo di consolarmi. Così i giorni passavano, portando con loro un carico di neve. Sentivo che anche Tanya aveva paura di me, la ragazza che credeva di parlare con i leprecauni e i folletti. Quello che non avevano visto era frutto della fantasia, per loro. E questa sarebbe stata la loro rovina. Da esile ed eterea bambina mi trasformai in una giovane donna. Oltre le mura del mio villaggio il mio nome era leggenda. Il mio nome, Irina, veniva sussurrato ai bambini che facevano i capricci. Ero diventata l’uomo nero. Non era stata colpa mia. La colpa era dei miei compaesani che non apprezzavano la libertà di pensiero. Loro non credevano. Era colpa mia se Tanya non aveva capito quando smettere di giocare? Certo che no. Però rimaneva sempre colpa mia. Io ero al sicuro, all’interno del mio adorato bosco. Lui mi voleva bene, lui mi proteggeva. Vennero di sera, con le torce, strumenti infernali . Volevano mandarmi al rogo, e tutto questo perché? Perché avevo visto Tanya crescere, trasformarsi in donna avvenente. Perché avevo voluto conoscerla nel profondo, e lei mi aveva lasciato fare. Perché l’avevo uccisa. Non era stato affatto dolce, era stato violento, e triste. Mi piacque. Li lasciai fare, che mi cercassero pure. Mi lasciai trovare in una radura, i denti scoperti e sporchi di sangue. Quando fui accerchiata, apparvero i miei folletti, i miei amici. I miscredenti scapparono, io urlai loro: “ Li vedete? Irina è innocente, Tanya ha voluto morire” Perché io sono innocente, vero?
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