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| CITAZIONE CAPITOLO 6 CONTROLLO
E così passò il tempo e la nostra relazione divenne una cosa sempre più seria, eravamo davvero una bella coppia, lei finalmente mi presentò alla sua famiglia, eravamo "fidanzati in casa", non avrei mai pensato di arrivare fino a questo punto con una ragazza, avevo finalmente messo la testa a posto. Dopo cene e incontri con le rispettive famiglie decidemmo di passare insieme un tranquillo weekend nel suo chalet in montagna. Venice era veramente entusiasta all’idea di trascorrere tre giorni insieme a me da soli nello stesso letto, per l’occasione aveva comprato anche un completino intimo davvero niente male, se ci penso ancora adesso un brivido mi percorre la schiena. Allora il venerdì mattina mi svegliai presto e con la mia 500 abart bianco panna l’andai a prendere sotto casa, suonai al campanello e, come al solito, lei non era ancora pronta. Stetti fermo in macchina ad aspettarla per un lasso di tempo interminabile, non so quanto tempo passai li fermo ma so solo che a un certo punto mi addormentai e nel mio subconscio ricordai come avevo vinto la mia nuova e fiammante 500 abart... Tutto partì da un’idea di Venice che mi convinse a iscrivermi ad un corso di kick boxing per placare i miei continui scatti d'ira e anche se all'inizio ero piuttosto scettico decisi di accontentarla. Nelle prime lezioni il coach mi insegnò a controllare la rabbia e a sfruttarla appieno negli incontri e, vedendo miei continui miglioramenti, decise di iscrivermi ad una piccola manifestazione sportiva dopo pochi mesi di allenamenti. Vinsi il torneo con poco sforzo e allora insieme a lui decidemmo di iscrivermi ad un torneo di gran lunga più impegnativo e dopo altri mesi di duro allenamento giorno per giorno riuscii a migliorare sempre più la velocità e la potenza dei miei pugni. Mi sentivo fortissimo e grazie a tutti gli allenamenti ero finalmente riuscito a sfogare tutta la mia rabbia contro il sacco che ogni tanto doveva essere cambiato perché finivo col sfogarmi troppo e col distruggerlo. Il giorno della grande esibizione era arrivato, c’era un sacco di gente sugli spalti a fare il tifo per me: tutti i miei amici, i miei genitori e in prima fila c’era lei raggiante come al solito che mi sorrideva. Con un tifo così non potevo certo perdere, e infatti uno dopo l’altro stesi velocemente i miei avversari fino ad arrivare in finale. Il mio avversario era almeno il doppio di me e con molta più esperienza, ammetto che avevo molta paura ma mi voltai e vidi mia madre col viso coperto dalle mani e accanto a lei c’era Venice sempre splendida nel suo sorriso. Un bagliore mi aveva illuminato il cuore, grazie al suo sorriso e con lei dalla mia parte sentivo che non avrei mai potuto perdere, fui pervaso nuovamente da quella sensazione di invincibilità, davanti a me c’era una nuova bestia che mi braccava con la sua mole sovrumana ma sentivo di poterla battere come avevo fatto in precedenza con il lupo. Iniziò l’incontro e con enorme agilità schivai ogni suo colpo e ad ogni colpo che schivavo, mi caricavo sempre più finché, pervaso dall’entusiasmo, cominciai a contrattaccare e in breve tempo e con pochi colpi lo stesi al tappeto. Purtroppo però i miei colpi non bastarono per metterlo definitivamente K.O. e lui si rialzò e mi colpì con molta più velocità, ma io continuai imperterrito a schivare i suoi colpi per poi finirlo definitivamente con un violentissimo gancio destro che lo scaraventò contro le corde. L’avversario era ormai privo di sensi e così io vinsi l’ambito primo premio, la mitica 500 abart nella quale adesso ero lì, con la testa sul volante a sognare quel mitico giorno di trionfo....
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